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INFANZIA

Durante l’infanzia la prima osservazione della bambina nel suo sviluppo fisico, sessuale e psicologico è affidato da sempre ai genitori che a loro volta si rivolgeranno al medico specialista in presenza di eventuali perplessità. L’infanzia è quel periodo che va dalla nascita al compimento dei dodici anni. Durante questo lasso di tempo l’attenzione sarà rivolta a verificare la regolarità e l’integrità dell’apparato genitale esterno e il suo progressivo sviluppo. 

ADOLESCENZA

L’adolescenza è quel complesso periodo evolutivo compreso tra  dieci – dodici anni e diciotto anni, età in cui i giovani si confrontano con importanti cambiamenti fisici, sia sul piano strutturale che sessuale, e nuovi atteggiamenti psicologici, come un aumentato senso di indipendenza e una maggiore coscienza di sè, che nell’insieme costituiscono la nuova identità percepita. Numerosi studiosi concordano nel ritenere l’adolescenza, proprio per le sue caratteristiche di vulnerabilità trasformativa, il momento più opportuno per educare i giovani a una sessualità consapevole e sensibilizzarli alla prevenzione nel senso più ampio del termine, ossia alla protezione di sè stessi. In questa fase le ragazze tendono a svincolarsi dalla stretta frequentazione familiare e preferire la relazione con gli amici. E’ un’età molto delicata le cui scelte possono condizionare la loro vita futura anche in maniera definitiva. Per questo motivo il ginecologo può essere la persona, esterna alla famiglia, che instaura un legame nuovo con le giovani ragazze e le affianca in questo periodo difficile e faticoso. 

ADOLESCENZA

L’adolescenza è quel complesso periodo evolutivo compreso tra  dieci – dodici anni e diciotto anni, età in cui i giovani si confrontano con importanti cambiamenti fisici, sia sul piano strutturale che sessuale, e nuovi atteggiamenti psicologici, come un aumentato senso di indipendenza e una maggiore coscienza di sè, che nell’insieme costituiscono la nuova identità percepita. Numerosi studiosi concordano nel ritenere l’adolescenza, proprio per le sue caratteristiche di vulnerabilità trasformativa, il momento più opportuno per educare i giovani a una sessualità consapevole e sensibilizzarli alla prevenzione nel senso più ampio del termine, ossia alla protezione di sè stessi. In questa fase le ragazze tendono a svincolarsi dalla stretta frequentazione familiare e preferire la relazione con gli amici. E’ un’età molto delicata le cui scelte possono condizionare la loro vita futura anche in maniera definitiva. Per questo motivo il ginecologo può essere la persona, esterna alla famiglia, che instaura un legame nuovo con le giovani ragazze e le affianca in questo periodo difficile e faticoso. 

MENOPAUSA

La menopausa corrisponde ad un momento fisiologico della vita della donna che coincide con ill termine della sua fertilità, assolutamente naturale, e contrassegnato dalla cessazione definitiva dei cicli mestruali per esaurimento dell’attività ovarica. Si definisce con certezza solo dopo un’assenza di flussi mestruali per 12 mesi anche se già alcuni mesi prima della cessazione delle mestruazioni si osservano alterazioni del cic (flussi ravvicinati e abbondanti oppure più distanziati tra loro). Tuttavia in questo periodo della vita alcune donne accusano disturbi per i quali esistono cure e rimedi utili a garantire loro comunque una buona qualità di vita. L’età media della menopausa nel nostro paese si colloca tra i 48 ed i 52 anni, con ampia variabilità da donna a donna; non sono rare infatti menopause precoci o tardive in cui un ruolo importante nell’età menopausale è dato dall’ereditarietà (l’età in cui mamma-sorelle sono andate in menopausa) e dal menarca (età della prima mestruazione).

Perimenopausa o climaterio: come si presenta
La diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale). Non dobbiamo inoltre sottovalutare l’aumento del peso corporeo, che si verifica in misura variabile in tutte le donne in menopausa e rappresenta un problema in più del 50% delle donne oltre i 50 anni. La carenza estrogenica condiziona, insieme all’età, un rallentamento del metabolismo in generale e aumenta l’appetito con una distribuzione del grasso corporeo “a mela”, cioè a livello della cintura, sede tipica del sesso maschile, che comporta maggior rischio cardio-vascolare.
Menopausa conclamata: come gestirla
Le conseguenze più importanti del calo degli estrogeni sono: l’aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione) e le patologie osteoarticolari, in particolare l’aumento dell’incidenza dell’osteoporosi. Fino alla menopausa, infatti, le donne hanno un rischio cardiovascolare inferiore a quello degli uomini perché gli estrogeni prodotti dalle ovaie garantiscono una minore quantità di colesterolo nel sangue. Le malattie cardiovascolari rappresentano, inoltre, la principale causa di morte per la donna in menopausa, superando di gran lunga tutte le forme di neoplasie, compreso il cancro della mammella. Si parla di menopausa conclamata solo un anno dopo l’ultima mestruazione. I cicli precedenti che portano alla cessazione definitiva di questi ultimi, possono essere irregolari o, meno frequentemente, regolari per poi non presentarsi più. L’invito alla donna è sempre quello di appuntare il giorno dell’ultima mestruazione per riuscire a calcolare con certezza i 12 mesi. È bene ricordare che le perdite ematiche che sopravvengono dopo questo periodo di tempo sono sempre da considerare patologiche (perdite vaginali atipiche) e richiedono una visita con ecografia transvaginale urgente. Altri segni o sintomi possono spingere la paziente a rivolgersi al proprio ginecologo curante. Tra questi ricordiamo:
È sempre possibile cercare di prevenire, o migliorare quando già presenti, tutti questi sintomi di disconfort per la paziente. Il consiglio è di rivolgersi il prima possibile al vostro specialista di riferimento che saprà accompagnarvi con validi consigli e fornirvi le corrette opzioni terapeutiche.

ESAMI

In menopausa è sempre raccomandabile la visita ginecologica con ecografia transvaginale e PapTest ogni 18-24 mesi, anche in assenza di sintomi. Infatti la maggior parte delle patologie oncologiche ginecologiche, a maggior insorgenza tra i 55 ed i 65 anni, sono asintomatiche fino agli stadi avanzati. L’ecografia transvaginale pelvica ed il pap test rimangono fondamentali per la prevenzione e la diagnosi precoce. In presenza di sintomi è utile prenotare una consulenza dal ginecologo per poter trattare tempestivamente i disturbi prima della loro cronicizzazione. Il vostro ginecologo è la persona più competente con cui parlare ad esempio di terapie ormonali sostitutive o fitoterapiche, del trattamento dei cicli perimenopausali abbondanti o emorragici, della secchezza vaginale o dell‘incontinenza nonchè di possibili disagi sessuali correlabili all’ipoestrogenismo menopausale. In presenza di perdite vaginali atipiche, è fortemente raccomandabile la visita con ecografia nel più breve tempo possibile. In base all’esito dell’ecografia, il ginecologo saprà indirizzarvi al percorso diagnostico-terapeutico più indicato per voi. È possibile infatti che durante l’esame pelvico di routine o in seguito a riscontro da parte della paziente di perdite atipiche, il ginecologo possa riscontrare un inspessimento endometriale. La parte interna dell’utero chiamata endometrio, infatti, nel periodo menopausale è sempre sottile, solitamente inferiore ai 4 mm. È possibile che per stimoli ormonali più o meno patologici, possa andare incontro ad un inspessimento che va sempre indagato con esami specifici (isteroscopie) ed eventuali biopsie per escludere cause tumorali maligne. Utile inoltre nella valutazione osteoarticolare può essere l’esecuzione preventiva, o nel corso di terapie integrative per verificarne l’efficacia, della mineralometria ossea computerizzata (DEXA) per valutare il rischio di possibili fratture attraverso lo studio densitometrico delle ossa.